Il 26 e il 27 maggio sono andato a Treville, vicino a Castelfranco Veneto, per partecipare al meeting organizzato da ImmaginarioSonoro. Si tratta di un centro di ricerca artistica che opera in Veneto il cui scopo è lavorare ad un tipo di Arte che sia "evolutiva" per l'uomo e per la società. Questo concetto è ampiamente espresso nel Manifesto dell'Arte per l'Evoluzione, un testo che lessi alcuni mesi fa con interesse e mi fece entrare per la prima volta in contatto con questa associazione.
Il meeting è stato strutturato in due giornate, in cui diversi relatori hanno parlato esponendo la propria esperienza nei rispettivi campi di attività: hanno parlato Luigi Alberton, fondatore di Immaginario Sonoro, il poeta Franco Berton, ma anche Federico Pistono, fondatore di Zeitgeist Italia, lo scrittore Simone Perotti, l'attore e regista SaverioTommasi, e molti altri, tutti accomunati non solo dall'interesse per l'Arte, ma soprattutto dall'idea che il mondo può e deve cambiare in meglio, e che questo cambiamento può partire solo dai singoli individui.
Ciò che più di tutto mi ha colpito in questi due giorni è stata la volontà di unire le forze e le intelligenze per cercare insieme. Tutti coloro che si sono presentati, pubblico e relatori, esprimevano una necessità ben precisa: essere partecipi del cambiamento. L'atmosfera che ho respirato è stata profondamente stimolante e mi ha portato alcune riflessioni:
C'è un solo modo in cui possiamo veramente cambiare in una direzione che sia evolutiva: dobbiamo ricominciare a porci le domande giuste, prime fra tutte "Chi siamo?" e "Qual è il nostro scopo qui?". Domande antiche che abbiamo smesso di farci, forse perché sembra non esserci risposta. Ma forse è proprio nella mancanza di una risposta che risiede il loro valore: ci spinge alla ricerca, ci costringe a pensare, riflettere, aprirci, tutte attività che il mondo sembra incoraggiarci a disdegnare. Dopo tutto, ogni ricerca si fonda su una mancanza, e così vale per l'Arte. L'Arte non può dare risposte, non è nella sua natura. Essa nasce per esprimere le domande interiori, domande che diventano tangibili in forma di opere e che si trasmettono a tutti coloro che vi entrano in contatto attraverso il sottile linguaggio del cuore, dove le parole sono superflue.
L'idea più potente che mi porto a casa da questo week end è "la linea di minor resistenza". Immaginando una pallina su un piano leggermente inclinato, essa sarà attratta dalla forza di gravità e inizierà a rotolare lungo il piano seguendo una linea precisa, "di minor resistenza" appunto, la più rapida e semplice per lei per compiere il suo percorso. Per l'uomo vale la stessa cosa, ognuno di noi ha una sua "linea di minor resistenza", composta dai suoi talenti e attitudini, qualità attraverso le quali riesce ad esprimere il meglio di sé in modo naturale e con sforzi relativamente bassi. C'è solo un problema: nella nostra vita siamo forzati a corrispondere ad uno standard. Dobbiamo tutti studiare le stesse materie, ottenere gli stessi risultati, seguire lo stesso percorso, trovare un lavoro "purché ci paghino" e dedicare ad esso la maggior parte del nostro tempo. Tutto è già prestabilito, preconfezionato, predigerito, che ci piaccia o no. Se proprio vogliamo seguire le nostre passioni possiamo farlo nel poco tempo libero che abbiamo, come hobby.
L'uomo rinnega sé stesso in favore di un'idea imposta dall'esterno, ammazzandosi di fatica per un lavoro di cui non gli frega nulla, sentendosi continuamente ripetere che "così vanno le cose". Che fare? Dobbiamo prima di tutto accorgerci che qualcosa non va, e non è detto che accada. Nel momento in cui un uomo inizia a domandarsi se la sua vita non potrebbe essere migliore è come se forze invisibili accorressero per riportarlo "sulla retta via", etichettando quei pensieri come sogni a occhi aperti. Se un uomo riesce a dare il giusto valore a quella domanda, a tenersela stretta, deve compiere un atto di coraggio, una presa di posizione netta. È difficile ammettere con sé stessi di aver mortificato la parte migliore di noi, ancora più difficile è assumersi la responsabilità che comporta provare a cambiare direzione. Ma ne vale la pena.
Bisogna diventare forti, perché quelle forze che vogliono riportarci nel recinto continueranno a opporcisi, e sarà inevitabile cadere, ferirsi, subire sconfitte; ma se la determinazione non vacillerà, se invece di indebolirsi si rafforzerà ad ogni caduta, il frutto di tutti gli sforzi sarà dolce e appagante.
30 maggio 2012 - Scritto da Eric De Paoli
Eric De Paoli - contattoart.blogspot.it Artista, studia Pittura all'Accademia di Brera a Milano. |
Pillole di realtà e d'arte, testimonianze, cambiamenti: declinazioni del Manifesto L'Arte per l'Evoluzione. Tre categorie da esplorare: "Arte e Bellezza", "Comprendere", "Alternative".