Carissimo Luigi,
chiedo scusa per la mia ingiustificata e apparente pigrizia. In realtà ho letto e riletto il manifesto dell'Arte per l'Evoluzione e come tutte le cose buone, ricche di spezie e di ingredienti, la digestione ha dei tempi che vanno rispettati per non perderne i principi nutritivi, gli aromi, il godimento.
Sarebbe stato facile manifestarti un'adesione entusiasta e l'io narciso che si annida in me e in ogni artista ne sarebbe stato sicuramente soddisfatto. Il manifesto sarebbe diventato il mio eucalipto preferito e io il suo bradipo lento, pigro con la voce simile a un vagito.
Altrettanto facile appollaiarmi sui suoi rami più alti per spiccare voli pindarici (altro difetto dell'artista-Narciso). Preferisco piuttosto paragonarlo, dato il ricorrente riferimento all'evoluzione, a una di quelle piante pioniere che con innumerevoli getti ostacolano e, talvolta, vincono i deserti.
Siamo in un momento cruciale della civiltà umana (quale periodo della sua storia non lo è stato?): le possibilità che l'uomo si è dato di trasformare i fenomeni in noumeni in millenni di creatività, si sono talmente appiattite sulle esigenze produttive e consumistiche, hanno talmente perso la necessità di superare la contingenza spazio temporale, che la riaffermazione della Bellezza nelle accezioni dal manifesto enunciate non può che stupire e far sperare.
La Bellezza permette a tutti noi di raccontare la nostra storia come una cosa degna di essere condivisa, è la grande conquista della nostra intelligenza simbolica; potremmo (molti lo fanno) cercare il dominio sui nostri simili, sulle creature e sulle cose, ma preferiamo dipingere, poetare, suonare, recitare, inventare.
Dietro lo sberleffo del giullare affermiamo che altri mondi e altre società sono possibili e, spesso, una parola o un tocco di colore o una nota sono come cunei nel buio del presente (passato e futuro non ci appartengono), ci permettono l'arrampicata, rivelano brandelli di umanissimo cielo in noi stessi e in quelli in cordata con noi, sono fonte di grande piacere.
E come siamo capaci di immaginare ciò che non esiste, la Bellezza che è solo nei meandri dei nostri particolari cervelli, così Solidarietà e Giustizia urgono lì accanto, e ci vogliono fratelli per il resto dei viventi.
Questa è dunque "l'aurea Bellezza ond'ebbero ristoro unico a' mali le nate a vaneggiar menti mortali".
Un abbraccio a Te, Cristina e a Tutti gli Altri
Franco Berton
Dicembre 2011 - scritto da Franco Berton
Vignetta di Alessandro Gatto, "The painter", 2007
Franco Berton - Nota biografica Scrittore, narratore, insegnante. Promotore e divulgatore del pensiero critico e creativo. Collabora con Immaginario Sonoro nella realizzazione di performance artistiche. I post di Franco Berton » |
Pillole di realtà e d'arte, testimonianze, cambiamenti: declinazioni del Manifesto L'Arte per l'Evoluzione. Tre categorie da esplorare: "Arte e Bellezza", "Comprendere", "Alternative".