È sotto gli occhi di tutti l'implosione delle logiche tradizionali dell'individuo, della società, dell'economia. Sono sempre più evidenti nell'uomo lo smarrimento, la mancanza di prospettive e di valori di riferimento, la volontà di fuga. Il percorso di sviluppo sociale compiuto finora, pur nella bontà delle premesse e delle intenzioni, rivela falle irreparabili.
Siamo al capolinea di un modo di essere che, dal 1600 in poi, è diventato sempre più specialistico e parziale, certamente utile per il progresso, ma sempre più miope e più lontano da quel carattere di globalità rappresentato dall'uomo rinascimentale: uomo di scienza, artigiano, artista, uomo politico, poeta. L'uomo-microcosmo incarnato da Leonardo, da Michelangelo.
Siamo al capolinea del "glorioso" percorso della rivoluzione industriale, iniziata alla fine del 1700. Ora sono evidenti tutti i limiti di una società fondata sui principi del profitto, del consumismo, del mercato, del potere.
Siamo al capolinea di un percorso verso la democrazia che in Italia ha avuto come ultima tappa significativa gli Anni Settanta, con le rivolte per la conquista dei diritti individuali e sociali. Da allora, quarant'anni di decadenza (spesso mascherati da illusori successi economici) hanno portato a un pesante incremento del debito statale (a carico della collettività) e a un palese impoverimento dei valori individuali e sociali; hanno portato nella società una sorta di sonnambulismo e di sopore, un atteggiamento di indifferenza, mancanza di curiosità, pigrizia mentale.
Come superare questo triplice capolinea?
È necessario recuperare l'identità unitaria dell'uomo "visionario", un uomo completo, artigiano, scienziato, artista, pensatore. Dobbiamo risvegliare nell'uomo la creatività, (che è alla base di ogni forma di vita), la curiosità, la meraviglia, la voglia di credere nelle proprie passioni e nei propri sogni, la capacità di interrogarsi, di pensare che si possono cambiare le cose.
È necessario superare una visione industriale ottocentesca della società e dell'economia: trovare nuovi strumenti di interpretazione e di relazione con la realtà, nuove modalità d'azione e di pensiero, per creare forme di sviluppo eque e sostenibili guidate da un sistema di valori forti.
È necessario fondare la società su valori universali (giustizia, solidarietà, equità, ecologia, etc.), valori da perseguire nel quotidiano e da trasmettere. Con responsabilità e con impegno attivo. Dobbiamo recuperare la nostra umanità.
Oggi è chiaro che questi obiettivi sono imprescindibili e molte, seppur frammentarie, sono le iniziative già in atto. A questa urgenza di rinnovamento manca ancora, a nostro avviso, una dimensione fortemente artistica della vita quotidiana.
Questo dicevamo nel 2009 presentando il progetto e il libro: Ecofoglia »
Ne siamo ancora più convinti oggi, lo confermiamo con la nostra esperienza e lo ribadiamo – in una visione più ampia – nel Manifesto L'Arte per l'Evoluzione »
2009 - scritto da Luigi Alberton, tratto dalla libro:
Voglio vivere in un'opera d'arte: Ecofoglia »
Foto di Bruno Tarraran
Luigi Alberton - Nota biografica Fondatore di Immaginario Sonoro, è l'autore del manifesto L'Arte per l'Evoluzione. È un "esploratore dell'arte": autore, compositore, musicista, regista, produttore, editore. I post di Luigi Alberton » |
Pillole di realtà e d'arte, testimonianze, cambiamenti: declinazioni del Manifesto L'Arte per l'Evoluzione. Tre categorie da esplorare: "Arte e Bellezza", "Comprendere", "Alternative".