Blog: L'Arte per l'Evoluzione

Pillole di realtà e d'arte, testimonianze, cambiamenti: declinazioni del Manifesto L'Arte per l'Evoluzione. Tre categorie da esplorare: "Arte e Bellezza", "Comprendere", "Alternative".

ARTE E BELLEZZA - COMPRENDERE - ALTERNATIVE - AUTORI


Condividere è peccato! di Paolo Bernardini
Della libertà di espressione artistica
e del presunto obbligo di perfezione "canonica"
Categoria: "Comprendere"

Il verdetto, più o meno, fu questo.
"Non entro nel merito del contenuto artistico e narrativo, ma in questo film ci sono così tanti e insopportabili difetti tecnici, che non mi hanno permesso di godermi la visione. Le riprese e il montaggio non rispettano i codici cinematografici e questo è inaccettabile. Io non mi sarei mai permesso di presentare in pubblico un lavoro del genere."

Il condannato era il team della Giostra, colpevole di aver girato nel 2009 un film sperimentale con la prima macchina reflex digitale capace di riprese HD e con risorse vicine allo zero. Nella disamina, purtroppo, valore nullo era stato dato ai contenuti artistici e narrativi del film e soprattutto allo spirito dell'iniziativa e ai valori messi in gioco, pur ampiamente dichiarati.

E cioè:
  • Il voler condividere il risultato di un'esperienza, ma anche l'esperienza in sé.
  • Il voler valorizzare il gioco di squadra, animato dall'amore per la sperimentazione (svincolata quindi dai ‘codici cinematografici') in chiave artistica.
  • Il voler dimostrare che ci si può confrontare con infinite problematiche – tecnologie nuove da sperimentare (e quindi mancanza di esperienze pregresse), limiti tecnici degli strumenti (allora neonati), scarsità di risorse e di fondi – trovando soluzioni creative e originali, senza mai tradire lo spirito del progetto, e far tesoro dell'esperienza.
  • Insomma, il voler promuovere l'arte ormai agonizzante del "fare gruppo e fare insieme". Fare arte, possibilmente.



Sono molte le riflessioni nate da questo verdetto. E molte le domande.
Oggi è in atto un cambiamento epocale. Le tecnologie digitali semplificano i processi e rendono i mezzi "più democratici". Questo significa che chiunque, con poche o pochissime risorse, può produrre il proprio film: brutto o imperfetto finché si vuole, persino "spazzatura", ma di qualità HD. Forse questo "chiunque" – per alcuni – è difficile da accettare.


Domanda retorica

Era meglio prima dell'era digitale, quando solo pochi potevano accedere a costose strumentazioni per creare un prodotto di alta qualità tecnica? Oppure è meglio ora, dove Ognuno – provvisto di idee seppur carente di mezzi – può realizzare un prodotto assolutamente dignitoso?

Meglio ora, secondo me. È giusto che Ognuno possa esprimersi liberamente, specie se si tratta di creare arte, di dare espressione alla propria artisticità. Tanto meglio, se può avvalersi di strumenti di alta qualità ed economicamente accessibili; meglio ancora, se può usufruire di canali di diffusione a basso costo, da cui far breccia nel consenso del pubblico. Col tempo, il nostro signor Ognuno potrà sicuramente evolvere – tecnicamente, stilisticamente, artisticamente – e potrà sperimentare e imparare e creare prodotti sempre migliori, tendendo alla perfezione.


Domanda difficile

Visto che Ognuno può esprimersi, è giusto che mostri il proprio operato in pubblico, sebbene non sia perfetto? La risposta per me è univoca. Sì. Dipenderà poi dal "come", dalla modalità, dalla forma. Ma sicuramente sì. Altrimenti, anche l'esibirsi in un saggio di musica a otto anni sarebbe un delitto. E roteare in una danza in età adolescenziale sarebbe uno scempio verso l'umanità…


Domanda derivata

Forse l'obbligo di perfezione vale solo quando si diventa adulti (ammesso che ci si possa ancora definire così)? Quindi, per estensione, "da grandi" non si può più sbagliare, non si può più fallire, non si può più essere imperfetti? Che il problema stia nell'essere "adulti"?

Forse il problema è proprio questo. Quando sei adulto tutto diventa "inquadrato". Non si può più guardare con lo stesso incanto un cartone animato perché "è roba per bambini". Non ci si può apertamente mostrare sensibili, amorevoli, empatici, comprensivi, perché è segno di debolezza. E non si può nemmeno digerire che altri si esprimano con semplicità, immediatezza e freschezza, perché rischiano di rovinare il mercato, di mettere in dubbio i dogmi o di erodere le fondamenta di qualche lobby di pensiero o d'azione.

Di conseguenza... La cosa che assolutamente non si deve fare è condividere, a meno che quello che stai condividendo non sia perfetto, ineccepibile, intoccabile. Oppure devi appartenere a un clan o devi essere un guru: allora puoi dire o fare qualsiasi cosa, sempre e per sempre. Ma se sei "uno qualunque"... condividere è peccato.


Ultima e filosofica domanda

Come si può essere perfetti in un mondo relativo?
La perfezione è un obiettivo cui tendere, ma non raggiungibile. Starà nella coscienza e nell'orgoglio di Ognuno mostrare il frutto di un proprio percorso – fatto di pensiero, azioni, arte, ricerca, lavoro, espressività – e farlo al meglio delle proprie possibilità, con tutti i mezzi che ha a disposizione. Questo è a mio avviso il succo: condividere se stessi, sapendo di poter evolvere ancora.

Per conoscere il film e il progetto La Giostra »
Aprile 2012 - scritto da Paolo Bernardini




Paolo Bernardini
Musicista, compositore, sound designer, cameraman ed esperto in tecnologie informatiche e multimediali. Collabora da sempre con Immaginario Sonoro nei progetti multimediali, musicali e web.


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