I viaggi del Navigante


Le Vele sono l'inizio del mio viaggio, il primo dei miei incontri. Gonfie di vento, mi conducono lontano, su rotte non tracciate, là dove vivono le balene. È il vento che mi fa dono del loro canto, arcano eppure naturale. Un clarinetto ne ricrea la voce.

Ed è il vento a sospingermi Sulle rive dell'Oro, dove Cosmici Cantori innalzano un inno ai grandi cercatori dell'umanità e alla loro Ricerca, che è atto d'amore. Qui incontro Belfiore, viandante tormentato nel suo andare, e riconosco in lui i miei tormenti.

Navigo. Le note di un pianoforte traducono i miei pensieri, Tra sé. Quando si leva la mia voce, la voce del Navigante, è quasi un sussurro nel riverbero dei tamburi ad acqua, è l'impeto. Inarrestabile. Luce nel fuoco.

Sulamìt è per me un momento di quiete, un incontro quasi rubato con una voce d'amore, la voce di due amanti nell'ebraico antico del Cantico dei Cantici. Vieni, amico mio... Ricco della forza del loro amore, riprendo il viaggio. Ora comprendo il valore dei Talenti vissuti, la forza dei sensi. È un grido che sgorga, e trova risposta nei versi di Baudelaire: Esistono profumi che cantano dei sensi e dell'anima i lunghi rapimenti.

Ascolto la voce del Greco: con le parole di Platone, egli ragiona di uomini che Dalla caverna vedono solo ombre, riflesse dal fuoco. E non sanno non sanno... È Sonofoglia, magnifica scultura sonante, a ricreare le gocce d'acqua che risuonano nel buio di quella grotta.

Ora che so, scrivo con la voce del cuore una Lettera a TerraCielo: scrivo di un mondo di ritrovata armonia con la Natura, dove finalmente l'uomo sarà umano. Il mio intimo incontro Tra Terra e Cielo è un momento di estasi, di sublime equilibrio, un sogno. Una voce di grande purezza traduce il mio sentire in una lingua lontana, vicina: Sono con Te... E dimentico il mio nome. È il sanscrito questa lingua che mi raggiunge.

Sento un rombo di tuono, il grido della Terra sofferente. La voce della Luna esorta, me, uomo, noi, uomini, all'azione: L'eco della Luna mi riporta il suo canto, guida e sprone.

Ritrovo lungo il cammino il Greco, che ora scioglie la riflessione platonica in modo nuovo, Oltre la caverna: Sulla strada in salita questi uomini non si piegarono. E mi rinforza nel mio andare, nel mio credere.

Una purificante Pioggia dal mare prelude all'ultimo degli incontri narrati in Esehcrut. L'incontro Della Natura con la saggezza di Eraclito, sul filo di una voce continua e circolare di violoncello: Noi scendiamo e non scendiamo nello stesso fiume.

Il mio viaggio continua.

Luigi Alberton
Facebook Twitter Vimeo YouTube Amazon
Invia

COMMENTI

nome
email
città
commento
codice
  Copia questo codice nel campo qui sopra: 4oN0TKD