Avevamo in mente le foto di Berlino distrutta nel 1945 e la barriera del Muro, invalicabile fino al 1989. Sono passati poco più di vent'anni e oggi Berlino è una città in pieno fermento: complessa, ancora alle prese con un passato difficile da elaborare, ma cantiere aperto, che investe enormi risorse non solo nella ricostruzione e nelle infrastrutture, ma anche nella cultura e nell'arte.
L'investimento nella cultura ha radici antiche. Leggiamo per esempio che la prestigiosa Humboldt Universität (che ha visto passare nelle sue aule Marx, Engels, Fichte, Einstein, Planck e molti altri nomi illustri) nasce in un periodo di gravi difficoltà economiche e di instabilità. Ma Federico II non esita a finanziare, invece che l'esercito o l'industria, un progetto educativo fondato sulla cultura classica, la filosofia, la ricerca scientifica.
E in Italia?
Durante il Rinascimento, anche in Italia arte cultura e scienza erano il motore trainante: i consiglieri di cui si circondavano i Principi comprendevano artisti, scienziati e pensatori.Oggi, invece, abbiamo un punto di vista meramente tecnico ed economico, promotore di una crescita “numerica” e superficiale, focalizzato sui consumi e sui mercati, sulla reiterazione di modelli vecchi e inadeguati. Ci aggrappiamo a un punto di vista apparentemente necessario nell'urgenza della crisi, ma fortemente limitato, perché incapace di innescare un cambiamento profondo, un cambiamento di prospettiva. E dunque fallimentare.
Mettere l'arte al centro
Come ci dimostra la Berlino di Federico II e di oggi, una chiave fondamentale per uscire dalle difficoltà è mettere al centro la Cultura e l'Arte: sono loro a diventare risposta. Noi invece, nel Bel Paese, abbiamo ogni giorno sotto agli occhi il risultato della separazione dell'Arte dalla Vita.Oggi più che mai ci manca ciò l'Arte ci può dare sul piano concreto, sul piano dell'azione: la ricerca e l'innovazione, la capacità progettuale (analisi-studio-strumenti-metodo), la passione e la dedizione. La Visione.
Mettere l'arte al centro non vuol dire – come succede oggi in Italia (e con scarsi risultati) – conservazione dei monumenti e delle antiche glorie. I monumenti e l'arte non possono essere solo memoria, ma vanno inserito nel tessuto sociale di oggi e di domani, devono diventare vivi, parte della vita quotidiana di ciascuno, non solo fonte di orgoglio nazionale, ma alimento della vita economica, culturale, sociale.
L'arte è "attrattore" per chiunque cerchi il cambiamento.
L'arte è il punto più alto della prospettiva:
apre la nostra visione e ci dà la lungimiranza che oggi ci manca.
Non illudiamoci: non basta una nuova economia!
Approfondimento: Quale arte? »
Gennaio 2014 - scritto da Luigi Alberton
Luigi Alberton - Nota biografica Fondatore di Immaginario Sonoro, è l'autore del manifesto L'Arte per l'Evoluzione. È un "esploratore dell'arte": autore, compositore, musicista, regista, produttore, editore. I post di Luigi Alberton » |
Pillole di realtà e d'arte, testimonianze, cambiamenti: declinazioni del Manifesto L'Arte per l'Evoluzione. Tre categorie da esplorare: "Arte e Bellezza", "Comprendere", "Alternative".