Il paradosso.
Viviamo in una situazione di totale fragilità, di precarietà a tutti i livelli: lavorativo, sociale, economico, ambientale, personale. Logica vorrebbe che, in tempi grami come i nostri, si facesse rete, si agisse insieme per la resistenza e il cambiamento. Perché non succede?
Ecco, io credo che un motivo sia questo:
si è perso il senso del limite.
Siamo tutti convinti, sotto sotto, più o meno consapevolmente, di essere pienamente autosufficienti. Operiamo su concezioni di tempo infinito e di spazio smisurato. Ci crogioliamo in questa idea di infinitudine e illimitatezza. Siamo in corsa perenne, in eterna competizione, persino con noi stessi.
Fin da piccoli: condannati a essere supereroi. Risultato: lo stallo. Individualismo sfrenato, megalomania, sindrome di onnipotenza (o all'opposto, propensione al martirio), dipendenza da psicofarmaci, isolamento.
Recuperare il senso del proprio limite e dei propri limiti comporta: 1) diventare consapevoli di ciò che si è; 2) diventare coscienti della nostra reciproca interdipendenza; 3) riconoscere il valore degli altri; 4) recuperare l'idea del fare insieme; 5) individuare obiettivi comuni, quindi finalizzati al bene comune; 6) assumersi le proprie responsabilità.
C'è da rimboccarsi le maniche. Ma il cambiamento è inevitabile.
Gennaio 2011 - scritto da Luigi Alberton
Foto di Bruno Tarraran
Luigi Alberton - Nota biografica Fondatore di Immaginario Sonoro, è l'autore del manifesto L'Arte per l'Evoluzione. È un "esploratore dell'arte": autore, compositore, musicista, regista, produttore, editore. I post di Luigi Alberton » |
Pillole di realtà e d'arte, testimonianze, cambiamenti: declinazioni del Manifesto L'Arte per l'Evoluzione. Tre categorie da esplorare: "Arte e Bellezza", "Comprendere", "Alternative".