Quasi un diario...
Condividere l'esperienza è una forma di incontro,
un valore nel quale crediamo.
Intro: audio-corto 1
Il racconto
Sul nero, il canto dolce di una voce limpida, accompagnata dal ritmo di un tamburo. Un'altra voce, amara, stanca, sussurra fuori campo poche scarne parole, di sofferenza e morte. È la voce di un soldato nelle trincee della Grande Guerra, spezzata dagli insensati ordini di un comandante. Interpreti: Elisa Maso (canto), Italo Basso (soldato) e Loris Rampazzo (comandante).
Le riprese
Le voci del soldato e del comandante fanno parte del corto "La giostra 1915-1918" di Luigi Alberton, una riflessione poetica sull'assurdità di ogni guerra. Altri brevissimi frammenti sono sparsi nel film. Il corto segna l'inizio della ricerca sui linguaggi della cinematografia che sfocerà nel progetto "La giostra".
Appunti di viaggio
Spunti di lettura. Le parole del soldato sono testimonianza diretta della Prima Guerra Mondiale, tratte da lettere dal fronte. La guerra è uno dei fili rossi del film ed è letta principalmente come perdita: della propria identità, dei valori, degli affetti, del futuro. Il sovrapporsi delle tre voci – di sofferenza, di follia, d'amore – sul nero assoluto del quadro e il contrasto stridente dei toni hanno un impatto forte sullo spettatore: senza il supporto interpretativo delle immagini, egli è costretto a lasciarsi guidare dalle proprie percezioni e a cercare dentro di sé un significato. Con un lieve senso di spaesamento.
Corto 2: Alida
Il racconto
Davide (Loris Rampazzo) conversa con l'amica Drago (Eleonora Fontana). Commentano il quadro che Davide ha appena finito di dipingere: un'intensa figura di donna. Con un filo di turbamento, Davide racconta all'amica del fugace incontro di sguardi avvenuto a Venezia con una donna misteriosa (Sara Tamburello), incontro che ha lasciato in lui una traccia profonda. Aleggia nella stanza una presenza lieve, della quale nessuno dei due è consapevole.
Le riprese
Scena 1 - Il quadro. Riprendiamo questa scena il 30 maggio 2009 nell'atelier di Alberton Consulting ma, alla fine di tutte le riprese, il 19 dicembre 2009, la giriamo di nuovo, puntando su una sintesi ancora più grande. Dialoghi più asciutti ed ellittici, luci più morbide, inquadrature più intense e, soprattutto, un quadro diverso: "La donna in rosso" di Cesare Sartori, terzo personaggio sulla scena.
Scena 2 - Venezia, flashback. Riprese il 19 giugno 2009, nella luce calda di una bellissima giornata estiva, nella zona dell'Arsenale.
Appunti di viaggio
"La donna in rosso" è un acquarello di Cesare Sartori, ceramista di Nove (VI). Rappresenta perfettamente l'intensità espressiva da noi ricercata. La camera vaga sulla superficie ondulata della carta, creando un senso di mistero, di aspettativa, di angoscia. Nel montaggio, il flashback s'intreccia con il presente, la donna del dipinto sembra entrare nella conversazione dei due amici. Il tema della guerra ritorna in modo implicito nelle immagini dell'Arsenale. S'introduce il tema musicale di Alida.
Corto 3: Il sogno
Il racconto
La donna incontrata a Venezia diventa per Davide un pensiero ricorrente e sempre più insistente. Davide la sogna, associata a immagini, suoni, ricordi che non riesce a decifrare. L'ossessione prende forma.
Le riprese
12 giugno 2009, nell'atelier di Alberton Consulting. La donna del sogno è interpretata da Piera Valentina Toniolo.
Appunti di viaggio
La visione del sogno è immersa in una luce intensa, la luce dell'idealità. La voce spezzata di Davide è frutto della destrutturazione del monologo interiore inizialmente previsto. Il montaggio ricrea l'angoscia crescente di Davide, espressa nelle immagini finali dai rossi e dai neri di un dipinto di Cesare Sartori.
Corto 4: L'ossessione
Il racconto
Questa è la chiave di volta del film. Davide, chino sulla scrivania, disegna in modo ossessivo ritratti su ritratti della donna misteriosa. Nella sua mente, echi di voci. Da ogni gesto trapela il rovello interiore, ormai intollerabile. Respinge con fastidio gli ansiosi tentativi di contatto dell'amica Drago, visibilmente preoccupata per lui. Preso dalla smania, Davide corre a sciacquarsi il viso. E in quel momento si apre uno squarcio nella sua coscienza. Gli specchi riflettono ciò che gli occhi ancora non sanno vedere. La sua voce canticchia un motivo sconosciuto. Davide, nel parossismo di questa follia, si perde… o forse inizia a ritrovarsi…
Le riprese
Scena 1 - La scrivania. 8 luglio 2009, nell'atelier di Alberton Consulting
Scena 2 - Il bagno. 27 giugno 2009, nell'atelier di Alberton Consulting
Appunti di viaggio
Ogni cosa ha una sua voce: gli oggetti sulla scrivania, le ceramiche sugli scaffali (opera di Cesare Sartori), i libri, le immagini che affiorano in trasparenza: altre voci, che si intrecciano a quelle di Davide, di Drago, della donna misteriosa.
Corto 5: Canzone di Davide
Il racconto
Drago torna alla carica: nel tentativo di dare un senso al profondo malessere di Davide e scuoterlo dal suo stato di allucinazione, ha musicato e interpretato la canzone che dalla notte della visione non smette di tormentarlo. Il tema del violino, presenza costante sin dall'inizio della storia, ora trova un senso. Il giorno del concerto Davide ascolta Drago, bianca di luce, accompagnata dal suo violinista (Massimo Pepe)… Coglie nella melodia un richiamo fortissimo, che non sa interpretare. Fugge.
Le riprese
Scena 1 - La cucina. 18 luglio 2009, nell'atelier di Alberton Consulting
Scena 2 - Il concerto. 8 agosto 2009, alla Torre di Malta di Cittadella
Appunti di viaggio
Elementi d'arte. La cucina sembra un dipinto fiammingo: i tagli di luce, la composizione di oggetti sul tavolo, le pennellate finissime di colore… Altri acquarelli di Cesare Sartori, volti femminili vibranti di energia, decorano la parete alle spalle di Davide. Alla Torre di Malta, la scena è essenziale, come i testi e gli arrangiamenti: l'albero di legno è opera dell'amico artista Luigi Berardi. Le antiche mura bastano a creare l'atmosfera. E un filo di vento ci viene in aiuto e fa danzare le ombre sulla parete di fondo. La "Canzone di Davide", di Luigi Alberton, è interpretata da Elisa Maso.
Per la scena del concerto chiamiamo a raccolta tutti gli amici rimasti in città (non molti, nel cuore di agosto). Molti portano viveri e bevande, per festeggiare insieme a noi la fine delle riprese della prima parte del film. Si riprenderà dopo l'estate.
Corto 6: 1940
Il racconto
Davide si addormenta. Un vecchio radio-comunicato segna il passaggio da una dimensione temporale ad un'altra. Lo ritroviamo all'inizio della Seconda Guerra Mondiale, nei panni di Guglielmo, giovane ingegnere felicemente sposato alla bella Alida. È lei, la donna di Venezia, la donna dell'ossessione. I fili iniziano a dipanarsi. Guglielmo convince Alida a partire per l'America, dove sarà al sicuro. La scena dell'addio, al porto, ha il colore del dramma; il fragore dei tuoni è quello dei cannoni che ruberanno a questi giovani la loro vita.
Passano i mesi e Guglielmo è sempre più isolato, in un mondo sedotto da logiche fasciste di sopraffazione e violenza che lui non può condividere. L'unica compagnia sono le lettere che Alida gli scrive, giorno dopo giorno, dalla lontana America. Proprio queste lettere verranno usate da uno squadrista (Luca Nizzero) come pretesto per una inconsistente accusa di spionaggio e giustificazione per una sommaria e feroce esecuzione.
Lo sparo risveglia Davide. La consapevolezza del passato, la riscoperta di questo amore spezzato ma ancora vivo, scioglierà l'ossessione che lo assilla e gli permetterà di ritrovare la forza e il senso della sua vita.
Le riprese
Scena 1 - Il ricordo nel sonno. 27 giugno 2009, nell'atelier di Alberton Consulting
Scena 2 - La cucina. 09 novembre 2009, nella grande cucina di Villa Santina a Carbonera (TV)
Scena 3 - L'addio. 31 ottobre 2009: gli stabilimenti di Aernova si trasformano in un porto metaforico, con un rosso fondale "espressionista".
Scena 4 - L'assassinio. 08 novembre 2009, nel gelo del fienile di Villa Santina.
Scena 5 - Il risveglio. 27 giugno 2009, nell'atelier di Alberton Consulting.
Appunti di viaggio
Spunti pittorici e letterari. Dietro il divano dove Davide si addormenta, i dipinti manifestano in forme e colori la sua ossessione (tempera e acrilico, su legno e ferro, opere di Cesare Sartori). Nella scena dell'assassinio, i chiaroscuri sono di chiara matrice pittorica; i toni lividi e cupi, l'ambientazione scarna e vuota riflettono lo stato d'animo di Guglielmo. Le lettere di Alida sono frammenti di testi poetici di Cesare Pavese. I titoli di coda sono accompagnati dalla canzone "Conoscerai" di Luigi Alberton.
Le location. Villa Santina è uno dei tanti piacevoli incontri di questo "viaggio": la grande famiglia che vi abita ha accolto la nostra pacifica invasione con una disponibilità rara di questi tempi. Altrettanta disponibilità abbiamo avuto dai proprietari di Aernova, che hanno sgombrato buona parte di un magazzino per creare gli spazi adatti alle riprese.
Problemi e soluzioni. La scena dell'addio al porto è stata la più difficile da realizzare e ha messo a dura prova tutta la troupe. La gestione della luce in spazi così ampi ha richiesto interessanti modifiche allo story-board iniziale. Il movimento circolare dei due innamorati è reso possibile da una struttura girevole progettata e realizzata da Renzo Leardini, uno dei nostri papà. Problemi senza soluzione: la barba posticcia pizzica e il mastice non tiene...
Loris Rampazzo (Davide e Guglielmo): A cuore libero [-espandi-]
Marina Ruberto: Le spezie [-espandi-]
Paolo Bignoli: Lo zio più caro [-espandi-]
Eleonora Fontana (Drago): Spaghetti e matrioske [-espandi-]
Luigi Alberton: Il maestro Kurosawa [-espandi-]
Luca Nizzero (squadrista): Liberi di aggiungere... [-espandi-]
Sara Tamburello (Alida): Un dono [-espandi-]
Loris Rampazzo: Bisogna crederci ai credits! [-espandi-]