We never know how high we are
Till we are asked to rise
And then if we are true to plan
Our statures touch the skies –
[…]

Mai conosciamo – la nostra altezza
Finché non siamo – chiamati – a levarci.
E se al progetto siamo fedeli, allora
Tocca la nostra statura il cielo –
[…]

Emily Dickinson






Il muro

Oltre le parole, c'è l'atto creativo. Qui, l'atto è al contempo segno e suono.
Sotto un cielo plumbeo, in una terra desolata, un omino piccolo, da solo, in frac, compie la sua pacifica rivoluzione. Senza i colori di alcuna bandiera, passo dopo passo, abbatte muri grigi e troppo alti e li trasforma in note di pianoforte. Spariscono i confini e si svelano orizzonti, perché la musica – come ogni forma d'arte – è linguaggio universale. E sovversivo. Ma è – sempre – linguaggio di pace e di evoluzione.


In questa pagina del Mosaico
"Il muro" (2005) è un'opera di Alessandro Gatto. Frammento poetico di Emily Dickinson e commento di Maria Cristina Leardini. Frammento musicale tratto dall'opera "Esehcrut" di Luigi Alberton. Pubblicato da Immaginario Sonoro il 23/05/08.


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COMMENTI


Mario | 25/05/2008

Notevole, davvero notevole tutto il suo lavoro; ho visitato pure il sito.
Rincuora essere ancora emozionati così. Ciao grazie.